Nutrizione Strategica allo Svezzamento: Come Migliorare le Performance di Suinetti e Scrofe

Perché è importante

Nella produzione suina, pochi momenti sono così impegnativi dal punto di vista nutrizionale e fisiologico quanto lo svezzamento. Il suinetto passa da una dieta altamente digeribile e immunologicamente attiva al mangime secco, spesso sconosciuto al suo apparato digerente. La scrofa, a sua volta, deve recuperare la condizione corporea, riprendere il ciclo riproduttivo e prepararsi alla prossima gestazione. In questa doppia transizione, l’alimentazione non è solo carburante: è la base per il benessere, la produttività e la redditività.

Come le strategie nutrizionali innovative trasformano lo svezzamento

1. Ottimizzare l’Assunzione della Scrofa: la Prima Leva del Successo del Suinetto

Un’elevata e costante assunzione alimentare durante la lattazione porta a suinetti più pesanti e robusti e prepara la scrofa a un intervallo svezzamento-estro più breve. Tuttavia, ottenere una buona assunzione non è semplice — richiede un coordinamento attento di condizione corporea, ambiente e comportamento alimentare.

Innovazioni chiave e azioni pratiche:

  • Controllo ambientale: Le scrofe si alimentano meglio tra i 18–22 °C. Ogni °C in più riduce l’assunzione di 100–150 g/giorno.
  • Sinergia con l’idratazione: L’assunzione di mangime è proporzionale all’assunzione di acqua. Il mangime umido (razioni in ammollo) migliora la palatabilità e aumenta l’ingestione di circa il 10%.
  • Sistemi di alimentazione intelligenti: I distributori elettronici permettono il monitoraggio preciso delle curve, adattando le razioni ai fabbisogni individuali.
  • Personale formato: Il miglior strumento resta l’allevatore esperto, capace di adattare le razioni in base agli avanzi, al comportamento e alle tendenze di consumo.

2. Gestione della Dinamica Scrofa–Nidiata: Equilibrio tra Ingresso e Uscita

L’assunzione della scrofa deve corrispondere ai bisogni energetici e nutrizionali della nidiata. L’articolo descrive tre scenari tipici:

  • Caso ideale: Alta assunzione, nidiata numerosa, buona condizione post-svezzamento — ritorno in estro entro 6 giorni.
  • Caso a rischio: Nidiata numerosa ma scarsa assunzione — porta a perdita di condizione, estro ritardato (7–12 giorni) e bassa fertilità.
  • Caso di bassa produzione: Alta assunzione ma nidiata piccola o malata — può indurre l’estro durante la lattazione, rompendo il ritmo svezzamento-copertura.

Punto d’azione: Monitorare attentamente la condizione corporea, ad esempio con il metodo del Caliper. Per le scrofe sotto stress, ridurre la taglia della nidiata prima dello svezzamento e considerare l’altrenogest per sincronizzare il ciclo riproduttivo.

3. Svezzamento del Suinetto: Dallo Shock Biologico all’Adattamento Nutrizionale

Il passaggio dal latte materno al mangime secco rappresenta una trasformazione completa della funzione digestiva del suinetto. I livelli di lattasi si abbassano, i microvilli si accorciano e la flora intestinale si destabilizza. Senza una transizione nutrizionale adeguata, si rischiano scarso consumo, diarrea e ritardo della crescita post-svezzamento.

Tattiche nutrizionali efficaci:

  • La familiarità favorisce l’assunzione: Offrire lo stesso pre-starter prima e dopo lo svezzamento riduce il tempo di adattamento.
  • Pappe calde e piatti: Offrire mangimi tiepidi (pappa) nei primi 3–4 giorni per imitare temperatura e consistenza del latte. Utile soprattutto per suinetti <28 giorni o sottopeso.
  • Favorire l’esplorazione: Distribuire il mangime su superfici piatte o piatti per imitare il comportamento di suzione e ridurre la neofobia alimentare.

4. Formulazione Intelligente: Puntare sulla Digeribilità, non solo sulla Densità

Con il divieto dello zinco medicato e la riduzione degli antibiotici, la formulazione dei mangimi deve puntare a supportare la salute intestinale attraverso ingredienti di qualità e nutrizione funzionale.

Cosa prioritizzare:

  • Proteine di alta qualità: Evitare eccessi di proteina grezza (massimo 17–18%). Supplementare con aminoacidi sintetici e preferire fonti digeribili (proteine del latte, farina di pesce, plasma).
  • Fibre funzionali: Privilegiare fibre insolubili (es. emicellulosa) rispetto a quelle solubili fermentabili nelle fasi iniziali, per evitare sovraccarico di fermentazione. Rapporto ottimale 3–4:1.
  • Additivi fermentabili: Gli acidificanti (acidi organici) abbassano il pH gastrico, migliorano la digestione proteica e limitano la proliferazione batterica patogena. Usare diete a bassa capacità tampone per massimizzare l’efficacia.

Esempio: L’acido butirrico, un acido grasso a catena corta prodotto durante la fermentazione, migliora la struttura del colon e l’assorbimento dei nutrienti.

5. Plasma e Lattosio: Ingredienti Funzionali ad Azione Mirata

Il plasma è uno degli strumenti più potenti per migliorare l’assunzione e ridurre la diarrea nelle prime diete. Usato al 3–6%, fornisce immunoglobuline, migliora l’integrità intestinale e sostiene la funzione immunitaria — particolarmente utile in allevamenti con alta pressione sanitaria.

Anche il lattosio migliora la palatabilità e sostiene i batteri benefici. Tuttavia, livelli elevati (>20%) possono causare fermentazioni indesiderate, soprattutto in presenza di stress termico o scarsa igiene.

Linee guida:

  • Usare il plasma in forma secca per preservare le immunoglobuline.
  • Ridurre gradualmente l’inclusione dopo la prima fase per evitare cali di ingestione.
  • Combinare il lattosio con una minima quantità di destrosio (1–2%) per evitare fermentazioni eccessive.

Conclusione: La Nutrizione è la Porta d’Ingresso alla Performance

Allo svezzamento, ogni grammo di mangime conta. Un’alimentazione strategica — sia nella composizione che nella distribuzione — può determinare la differenza tra un suinetto sano e uno in difficoltà. Lo stesso vale per la scrofa: garantire il soddisfacimento dei suoi fabbisogni nutrizionali prima e dopo lo svezzamento è cruciale per la sua longevità e produttività.


Riferimenti

  1. Pluske J.R. et al. (2018). Nutrition and gut health in piglets post-weaning. Animal Production Science.
  2. Millet S., Aluwé M. (2018). Strategies to reduce antimicrobial use in pig production.
  3. Heo J.M. et al. (2013). Feeding strategies to reduce post-weaning diarrhea in piglets.
  4. PIC Technical Memo Series – Prestarter Nutrition Guidelines.
  5. Pluske J.R., Kim J.C., Nyachoti C.M. (2012). Physiological and nutritional impacts on gut health in weaned pigs.
  6. Fairbrother J.M. et al. (2005). Escherichia coli in post-weaning diarrhea in pigs.