“ORA VEDIAMO QUANTO POTENZIALE HANNO GLI ANIMALI SANI”.
Due anni fa, Erwin Van de Wolfshaar ha ampliato e ripopolato il suo allevamento di scrofe ad Aalten. Nonostante non sia riuscito a tenere lontana la PRRS, definisce il depop-repop un successo. Tanto che intende farlo anche nell’altro sito di scrofe. Si tratta solo di trovare il momento più opportuno.
Per molti allevatori la salute è una priorità. Per Erwin Van de Wolfshaar di Vragender (Gld.) questo non è meno importante. L’imprenditore ha quindi colto l’opportunità di ristrutturare e ampliare un sito ad Aalten (Gld.) per ricominciare da capo. “In quella sede avevamo 1.000 scrofe, ma sentivamo la necessità di incrementare lo stato sanitario del nostro allevamento”, spiega l’allevatore. In quel momento, era necessario sostituire ‘solo’ 1.000 scrofe per ripopolare con 2.000 animali di alta sanità. “Una grande opportunità per ottenere anche la migliore genetica”, dice. Inoltre, iniziando con scrofe giovani, stiamo anche migliorando col progresso genetico.
In origine, l’azienda ospitava scrofe X54 provenienti da un incrocio di rotazione nel proprio allevamento. Una volta svuotato il ripopolamento è stato fatto con scrofe X54 oltre ad un nucleo interno di Large White linea pura L03. Queste GP verranno incrociate con il PIC L04 Landrace per ottenere la PIC Camborough. In questo modo, i punti di forza di entrambe le razze sono rappresentati da madri fertili e vigorose, con un ulteriore progresso genetico dovuto all’effetto dell’eterosi.
Riduzione dei rischi di trasporto
Con l’espansione e la ristrutturazione, molti aspetti dell’azienda sono stati modificati. Ad esempio, è stata costruita una nuova zona filtro, i corridoi di unione tra i capannoni sono stati rivestiti e le porte esterne sono state chiuse. L’allevatore ha realizzato dei locali tecnici all’esterno, in modo che nessuno debba entrare in stalla. È stato stabilito un rigoroso protocollo per la gestione delle carcasse, che prevede un luogo separato per il loro stoccaggio.
Inoltre, è stata fatta un’attenta riflessione su come limitare i rischi del trasporto esterno. Questo rimane il tallone d’Achille per l’allevatore. “Preferiremmo tenere i camion del mangime e i camion del liquame lontani dall’azienda, ma qui non è possibile”, dice. L’opzione di cambiare l’entrata dell’aria in base alla direzione del vento non era più possibile a causa della autorizzazione ormai approvata. Tuttavia, il tubo di sfiato dei camion del liquame è collegato ad un filtro durante il carico, in modo che eventuali agenti patogeni non entrino in allevamento attraverso l’entrata dell’aria.
Un’altra questione spinosa è rappresentata dagli allevamenti vicini: c’è un altro allevamento di suini a meno di 500 metri di distanza ed altri nelle vicinanze. È quindi impossibile escludere completamente il rischio di agenti patogeni trasmessi per via aerea. Alla fine la PRRS è stata rilevata nuovamente nei suini. Una sfortuna, ma non è la cosa più importante per l’allevatore. “Volevamo liberarci dell’App e ci siamo riusciti. Ci siamo liberati anche di molte altre malattie o sono presenti solo in forma lieve”.
Penso che il prezzo di costo sia più importante
Col senno di poi, l’imprenditore è soddisfatto della sua decisione: dal punto di vista tecnico ed economico, l’azienda funziona bene e la pressione delle malattie è significativamente inferiore. Sta svezzando tra i 33 e i 34 suinetti per scrofa all’anno, con una percentuale di mortalità tra l’1 e l’1,5% sia nei suinetti svezzati che nei suini da ingrasso. Con un accrescimento giornaliero di 1.000 grammi, i suini da ingrasso stanno andando particolarmente bene; usiamo il PIC 800 come verro terminale. “Ma credo che il prezzo di costo sia più importante; la produzione tecnica non è un obiettivo. Quello che voglio è avere costi di alimentazione ridotti, quasi nessun costo in medicinali ed un lavoro efficiente”.
Un punto di discussione è sempre il momento migliore dal punto di vista finanziario per effettuare il passaggio. Dopo tutto, quando i prezzi dei suinetti sono alti, non è conveniente rimanere fuori dal giro per molto tempo. Dato il lungo periodo di licenza, Van de Wolfshaar è stato leggermente meno critico. Inoltre, il periodo è caduto nel mezzo del periodo del corona virus con prezzi dei suinetti molto variabili . “Col senno di poi, abbiamo agito esattamente al momento giusto. Dopo un anno e mezzo, siamo al top della produzione e con i prezzi alti di oggi”.
Ripopolare anche l’altro sito
Data la buona esperienza, Van de Wolfshaar vuole anche svuotare e ripopolare l’altra sede con 2.500 scrofe. “Ora stiamo lavorando per soddisfare le condizioni preliminari, come il miglioramento dell’area di carico/scarico e una nuova zona filtro con docce automatiche”. Si tratta ancora di vedere quale sia il momento migliore: con i prezzi attuali dei suinetti, non è molto conveniente. Tuttavia, non vuole aspettare troppo a lungo, perché i benefici mancati costerebbero molto.
La buona esperienza con il depop-repop nel sito di Aalten è stata il fattore decisivo. “Prima eravamo piuttosto scettici riguardo alla produzione di animali altamente sani o di SPF. Ma ora possiamo notare quanto potenziale hanno gli animali. È un peccato non poterne approfittare”.
Località Aalten
Numero di scrofe | 2.000 |
Scrofe | Camborough® |
Verro finale | PIC®800 |
Suinetti svezzati scrofa/anno | 33,5 |
Percentuale di mortalità in svezzamento | 1,5% |
Percentuale di mortalità all’ingrasso | 1,5% |